Passa ai contenuti principali

A Room #0


di Francesca Sanesi 

E così, per gradi, veniva accesa – a metà lungo la spina dorsale, in un punto che è la sede dell’anima – non quella piccola e violenta luce elettrica che chiamiamo conversazione brillante quando la vediamo apparire e scomparire all’improvviso sulle nostre labbra, ma quel bagliore più profondo, impercettibile e sotterraneo, quella fiamma dal colore giallo intenso che è lo scambio razionale. Senza nessun bisogno di affrettarsi. Nessun bisogno di mandare scintille. Nessun bisogno di essere altri che se stessi”.

È il primo capitolo di “A room of one’s own”, lo splendido saggio nel quale Virginia Woolf affronta il tema della libertà intellettuale e smonta il predominio del linguaggio patriarcale, nella letteratura e nella società. È un testo che mi ha ispirato sin dalle prime pagine lette, trent'anni fa, e ora spesso ci torno su, non solo per la mia tendenza a rifiutare i bias, fra cui quelli di genere, e a pretendere indipendenza economica e di pensiero. “Una stanza tutta per sé”, parafrasando Woolf, dovrebbero averla tutti, se vogliono raggiungere i propri obiettivi.

Noi con questo blog ce la siamo creata, una piccola stanza per scrivere di cose che ci piacciono: innovazione e trasformazione digitale e tutto quanto precede (filosofia, se serve) e ne consegue (il lavoro, ad esempio).

Scriviamo da punti di osservazione diversi, con una formazione differente. Non siamo colpiti dalle stesse notizie e ragioniamo con strumenti spesso dissimili, ma ci accomuna una insopprimibile necessità di “scambio razionale”. È un metodo di confronto che utilizziamo nel lavoro, nella vita associativa, con gli amici. Siamo alla continua ricerca di quella fiamma che genera più domande che risposte, ma sempre relazioni umane straordinarie.

Partiamo da qui, da questo spazio, per aggiungere la nostra voce alle molte, anzi moltissime, ma non ci andava di rinunciare.

Finché scrivete ciò che desiderate scrivere, questa è la sola cosa che conta; e se questo conta per secoli interi o solo per poche ore – esortava la mia amata Virginia, nessuno può dirlo. Ma sacrificare un frammento del vostro sogno, una minima sfumatura del suo colore (…) è il più vile dei tradimenti al cui confronto il sacrificio della ricchezza o della castità, che si diceva essere il più grande dei disastri umani, non è che un morso di pulce”.

Durerà poche ore la suggestione virtuale di ogni nostro post, ma “ne vale certamente la pena”.

(Il bagliore è stato fotografato dal mio amico Manuel Ciocci)

@FrancescaSane

Commenti

Post popolari in questo blog

Il futuro non aspettò. Riflessioni sullo smart working

di Michele Silletti ( @MicheleSilletti ) Quando si è nel mezzo di una tempesta, gli ottimisti cercano con lo sguardo la via d’uscita, gli altri si aggrappano per non essere spazzati via, magari anche guardandosi indietro, rimpiangendo la calma precedente. Nel pieno del “lockdown” lo sguardo è ovviamente già sul dopo, su quello che l’emergenza Covid-19 avrà lasciato, sul come ripartire, sul cosa prendere di buono da questa esperienza vissuta. L’emergenza ha avuto un impatto inevitabile sulla vita quotidiana, spazzando via certezze e abitudini, costringendoci a modificare, nostro malgrado, stile di vita e quindi di lavoro. In pochi giorni nazioni intere si sono dovute organizzare per svolgere le proprie attività in una modalità diversa. E’ inutile parlare di lavoro agile o smart working (o di smart schooling) e di arrotolarsi sulla definizione più corretta, forse, di telelavoro forzato; sembrerebbe un esercizio di stile su una situazione che tutti, auspichiamo, duri il minor te

I numeri sono importanti!

di Michele Silletti ( @MicheleSilletti ) Una trentina di anni fa questa affermazione, riferita alle "parole", ha lasciato un segno importante nella cinematografia italiana e nel modo di parlare; un invito a porre attenzione e utilizzare adeguatamente la ricchezza della nostra lingua. Da statistico, appassionato di ricerca e analisi ho voluto riutilizzarne il significato. Forest of numbers di Emmanuelle Moureaux (fonte: https://www.domusweb.it/it/notizie/2017/02/09/forest_of_numbers.html) Evito di partire dagli inizi e quindi non dirò, di certo " Il calcolo accurato è la porta d'accesso alla conoscenza di tutte le cose e agli oscuri misteri"  [il papiro di Rhind],   ma la sostanza è quella.  Vivendo l'era di internet, dell'accesso a infinite fonti informative, il faro va acceso sulla qualità e attendibilità delle fonti. Da alcuni anni si è sviluppato un acceso dibattito "social" (ma non solo) sulle fake-news; certo, parliamo di co

Appunti sul tempo

di Francesca Sanesi Qualche anno fa discutevo con un amico del senso del tempo. Siccome ho una formazione classica, ho l’insopportabile abitudine di citare e in quell’occasione rispolverai niente meno che Bachtin (nonostante parlassimo di politica e non ricordo, dunque, il perché di questo azzardato accostamento), recuperando alcune considerazioni sul cronotopo in letteratura da “Estetica e Romanzo”. Diceva Bachtin: “ Tutta l’azione del romanzo greco, quindi, tutti gli avvenimenti e tutte le avventure che lo riempiono non rientrano nella serie temporale storica, né in quella quotidiana, né in quella biografica, né in quella dell’età biologica elementare. (…) In questo tempo nulla muta: il mondo resta così com’era, biograficamente neppure la vita dei protagonisti muta, i loro sentimenti restano anch’essi immutati, e le persone in tale tempo non invecchiano neppure. Questo tempo vuoto non lascia alcuna traccia, alcun connotato duraturo del proprio fluire. È (…) uno iato extra