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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

Social media e statistical literacy: una questione di fiducia e qualità

di Francesca Sanesi Seguo attentamente, per lavoro ed interesse, gli account social ufficiali del nostro Istituto Nazionale di Statistica. Su Instagram ho visto un post sulla partecipazione di Istat alla 16esima Conferenza IAOS – OECD “Better Statistics for Better Lives”, che si è svolta a Parigi dal 19 al 21 settembre scorsi. Nel post si richiamava l’intervento dell’Istituto sul tema “ Social media communication: a new strategy to directly reach all users and consolidate their confidence in Official Statistics. Istat experience ”. Sono andata a cercare nel programma, facilmente reperibile in rete, e ho trovato il paper di riferimento, redatto da Giulia Peci , Anna Tononi e Michela Troia , e presentato da quest'ultima nell’ambito della Sessione ”The use of social media in improving statistical literacy”. Foto di Istat È davvero un bel documento. Io promuovo la #PASocial ed esperienze come quelle raccontate dalle colleghe di Istat sono di stimolo e in

I numeri sono importanti!

di Michele Silletti ( @MicheleSilletti ) Una trentina di anni fa questa affermazione, riferita alle "parole", ha lasciato un segno importante nella cinematografia italiana e nel modo di parlare; un invito a porre attenzione e utilizzare adeguatamente la ricchezza della nostra lingua. Da statistico, appassionato di ricerca e analisi ho voluto riutilizzarne il significato. Forest of numbers di Emmanuelle Moureaux (fonte: https://www.domusweb.it/it/notizie/2017/02/09/forest_of_numbers.html) Evito di partire dagli inizi e quindi non dirò, di certo " Il calcolo accurato è la porta d'accesso alla conoscenza di tutte le cose e agli oscuri misteri"  [il papiro di Rhind],   ma la sostanza è quella.  Vivendo l'era di internet, dell'accesso a infinite fonti informative, il faro va acceso sulla qualità e attendibilità delle fonti. Da alcuni anni si è sviluppato un acceso dibattito "social" (ma non solo) sulle fake-news; certo, parliamo di co

A Room #0

di Francesca Sanesi  “ E così, per gradi, veniva accesa – a metà lungo la spina dorsale, in un punto che è la sede dell’anima – non quella piccola e violenta luce elettrica che chiamiamo conversazione brillante quando la vediamo apparire e scomparire all’improvviso sulle nostre labbra, ma quel bagliore più profondo, impercettibile e sotterraneo, quella fiamma dal colore giallo intenso che è lo scambio razionale. Senza nessun bisogno di affrettarsi. Nessun bisogno di mandare scintille. Nessun bisogno di essere altri che se stessi ”. È il primo capitolo di “A room of one’s own”, lo splendido saggio nel quale Virginia Woolf affronta il tema della libertà intellettuale e smonta il predominio del linguaggio patriarcale, nella letteratura e nella società. È un testo che mi ha ispirato sin dalle prime pagine lette, trent'anni fa, e ora spesso ci torno su, non solo per la mia tendenza a rifiutare i bias, fra cui quelli di genere, e a pretendere indipendenza economica e di pensier

Blockchain, per tutti? Si, forse, ma la rivoluzione è un'altra!

di Michele Silletti ( @MicheleSilletti ) Ne parlano tutti, la rete internet è piena di notizie, di titoli, di applicazioni più o meno futuribili nella vita più o meno quotidiana di chiunque. Non ne parlo in A Room , non cercherò di spiegarla per farne capire il meccanismo di funzionamento. L'hanno fatto in tanti, basterebbe una semplice ricerca in rete per trovare definizioni migliori, manifesti, ambiti di utilizzo. immagine presa da wallstreetitalia.com In questo infinitesimo archivio di bit di un blog posizionato su un cloud qualunque, voglio trovare una chiave di lettura da appassionato di studio, di digitalizzazione, di evoluzione. Non mi soffermo, neanche, nel cercare una spiegazione logica, o sociologica, del tentativo di rendere questa tecnologia (?) di massa, interessante per tutti. Sicuramente è, o sarà, di utilizzo comune ma, opinione personale, resterà abbastanza nascosta all'occhio comune; sarà il "motore" di funzionamento di tanti servizi te