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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

Arte da Intelligenza artificiale: serve ad “aumentare” la nostra umanità?

di Francesca Sanesi Ho letto che i l collettivo francese Obvious ha sviluppato un software di intelligenza artificiale che ha generato, grazie ad un algoritmo, 11 ritratti derivanti dall’analisi di 15.000 dipinti realizzati fra il XIV ed il XX secolo. Il “Ritratto di Edmond de Belamy” è stato battuto all’asta da Christie’s al prezzo di 432mila dollari. Obvious usa GAN – Generative Adversarial Networks, due algoritmi che competono. Il "generatore" crea nuove immagini, cercando di far credere al "discriminatore" che le immagini generate siano reali . In un post  il collettivo spiega che i GAN analizzano le immagini, “ imparano dalle loro caratteristiche e sono   addestrati con l'obiettivo di creare nuove immagini che non siano distinguibili dalla fonte di dati originale. Questi modelli sono in grado di escludere qualsiasi immagine che non è rilevante (cioè che non ha abbastanza caratteristiche in comune con gli altri). Inoltre riproducono la nozione di

Numbers: misuriamo la percezione

di Michele Silletti ( @michelesilletti ) Torno a parlare di numeri, cercando di approfondire un tema già toccato qualche settimana fa con " I numeri sono importanti! " Viviamo nell'era del bombardamento informativo, piovono notizie da decine di media, su ogni device, ma, non contenti, ne cerchiamo sempre di più. In un caos che rischia di diventare ossessione, cerco di fare un esercizio semplice ma fondamentale. Misurare. Nel mondo della ricerca scientifica la misurazione è un momento essenziale, quasi il momento della verità. Certo, ci sono diversi aspetti metodologici da considerare, soprattutto quando, per una questione di tempo e di economia, non si può misurare l'intero universo di riferimento ma bisogna concentrarsi su una parte del tutto (se volete  approfondire, partite da una semplice ricerca su Wikipedia) . Ma poter quantificare un fenomeno è un momento di riflessione fondamentale, in ogni ambito. Proviamo a fare qualche esempio? Partiamo da sensazio

Orgoglio e pregiudizio 4.0

di Francesca Sanesi Orgoglio Laura Margheri, donna geniale della robotica, rientra dall’Imperial College di Londra all’Istituto italiano di tecnologia (IIT), all’interno del Polo Sant’Anna a Pontedera.  S arà project manager nel Centro di Microbiorobotica, diretto da un’altra donna, Barbara Mazzolai . Il Nobel per la Fisica 2018 è stato assegnato a Donna Strickland, insieme ad Arthur Ashkin e Gerald Gérard Mourou per le loro rivoluzionarie ricerche nel campo della fisica del laser. Finalmente, visto che, dall’istituzione del premio, solo altre due donne, Marie Curie (insieme al marito Pierre) nel 1903 e Maria Goeppert-Mayer (insieme a Johannes Hans Daniel Jensen) nel 1963, ne erano state insignite. Pregiudizio In un articolo di oggi sul Quotidiano Nazionale, il rettore della Normale di Pisa, Vincenzo Barone ha denunciato che “ ogni volta che si tratta di valutare o proporre il nome di una donna per un posto da docente, si scatena il finimondo. Si parla di tutto meno c

La persona al centro

( @michelesilletti ) Riemergo dalla convention annuale dell'Associazione " Ecosistema Camerale ", di cui sono cofondatore e consigliere, incentrata sull'evoluzione di una community. La community può essere intesa quale strumento di una associazione, di una specifica organizzazione, della Pubblica Amministrazione o della società, più in generale. Certo, caratteristiche, numeri, complessità diverse, ma anche tante logiche e regole "evolutive" comuni. Queste riflessioni derivano, ovviamente, dal mio vissuto personale e professionale, dal confronto continuo con persone che stimolano la mia propensione all'ascolto, alla archiviazione delle informazioni e successiva rielaborazione con logiche di analisi, ricerca di correlazione e deduzione, figlia della mia formazione scientifica. Una deformazione professionale, potrei chiamarla. Sta succedendo di tutto, in ogni forma di community di cui facciamo parte, ad una velocità inimmaginabile: siamo artefici,

Appunti sul tempo

di Francesca Sanesi Qualche anno fa discutevo con un amico del senso del tempo. Siccome ho una formazione classica, ho l’insopportabile abitudine di citare e in quell’occasione rispolverai niente meno che Bachtin (nonostante parlassimo di politica e non ricordo, dunque, il perché di questo azzardato accostamento), recuperando alcune considerazioni sul cronotopo in letteratura da “Estetica e Romanzo”. Diceva Bachtin: “ Tutta l’azione del romanzo greco, quindi, tutti gli avvenimenti e tutte le avventure che lo riempiono non rientrano nella serie temporale storica, né in quella quotidiana, né in quella biografica, né in quella dell’età biologica elementare. (…) In questo tempo nulla muta: il mondo resta così com’era, biograficamente neppure la vita dei protagonisti muta, i loro sentimenti restano anch’essi immutati, e le persone in tale tempo non invecchiano neppure. Questo tempo vuoto non lascia alcuna traccia, alcun connotato duraturo del proprio fluire. È (…) uno iato extra

Semplificare: il valore del tempo

di Michele Silletti  ( @MicheleSilletti ) Ne sentiamo parlare spesso, noi digitalizzatori, noi che lavoriamo quotidianamente con processi nati nell'era analogica e (quasi) mai realmente riprogettati in digitale, piuttosto camuffati, magari con una bella scansione ottica. Ma la digitalizzazione dei processi è un'altra cosa, la ritengo una chiave di volta, una evoluzione strategica e necessaria per un reale incremento della produttività di qualunque organizzazione, pubblica o privata. Seguiamo il  fil rouge . Digitalizzare i processi nella Pubblica Amministrazione significa acquisire informazioni, tramite procedimenti amministrativi, che diventano patrimonio informativo della PA, e quindi di tutti noi. Il patrimonio informativo è un valore, è ricchezza. Un patrimonio informativo digitalizzato è ricchezza disponibile, fruibile, collegabile, integrabile con altri patrimoni informativi. I valori più facilmente percepibili da questa società dell'informazione sono diversi